La Lazio spaventa il Milan
Abbiamo aspettato tanto, ma la lunga attesa è stata ripagata dai 4 gol d’autore nella prima mezz’ora di Milan-Lazio: Klose e Cisse, mentre la Laziostava sbriciolando i campioni d’Italia; poi Ibrahimovic e Cassano quando il Milan ha fatto pesare non solo la sua classe ma anche la sua personalità, la sua storia e il suo status di campione d’Italia di fronte alla Lazio che invece era impaurita da un vantaggio così netto, giustificato dal suo bel gioco d’attacco e conquistato in appena venti minuti. Alla fine non poteva essere contento il Milan, di sé, dei due gol presi in casa, del modo in cui ha cominciato la partita e alla fine del risultato, ma nemmeno la Lazio, a cui il pari piace assai, aveva troppo di che vantarsi: 20 minuti stupendi, altri 70 di basso livello. Ha osato tutto subito e ha finito tutto presto. La vera differenza di questa partita è stato Antonio Cassano, il miglior Cassano da quando è arrivato al Milan: la scommessa che sembrava persa in partenza, sta diventando sempre più interessante.
L’errore del neomilanista Aquilani davanti a Bizzarri (bravo a restare in piedi fino all’ultimo istante) dopo 8 minuti ha fatto capire alla Lazio quello che già si poteva immaginare: se tiene palla, se spinge, se punta tutto sull’attacco è pericolosissima, fino a impaurire la difesa meno battuta del campionato scorso. Se si mette in difesa, è un problema. Del resto, questa è la coperta: di cachemire dal centrocampo in su, di lanaccia e tutta smagliata dal centrocampo in giù. Quando Mauri e Hernanes guidavano il gioco, quelle due furie della natura di nome Klose e Cisse seminavano il panico in area milanista. La rete del tedesco-polacco, la prima di questo campionato ritardatario, è stata degna della sua storia: cross di Mauri, stop di destro con cui ha saltato Nesta, controllo, tiro di sinistro e gol. Il Milan stava difendendo male, lasciando spazi inattesi, la Lazio arrivava al limite dell’area rossonera con eccessiva facilità. Colpa anche di Nesta che, fregato sul primo gol, ha combinato un pasticcio con Gattuso in area: dallo scontro fra i due, Cisse e Klose hanno avuto nella stessa azione due occasioni per il raddoppio, ma soprattutto Gattuso è dovuto uscire, ko. E’ entrato Van Bommel e Ambrosini si è spostato sul centrodestra.
LO SHOW DI CASSANO – La Lazio ha capito la difficoltà del Milan e l’ha amplificata continuando ad attaccare fino al raddoppio: altro cross di Mauri, stacco micidiale di Cisse, Nesta battuto un’altra volta insieme ad Abbiati. A questo punto abbiamo misurato la personalità della Lazio e il deficit, pur con nuovi giocatori d’esperienza, non è stato colmato rispetto alla stagione scorsa. Si è tirata indietro di una ventina di metri, ha lasciato palla al Milan pensando di strappargliela nel proprio centrocampo (puf), ma davanti si è scatenato Cassano, restituito ad Allegri da Prandelli in uno stato di grazia. Boateng si è allargato a sinistra e il Milan saliva a ondate. L’azione del primo gol dei campioni è nato da uno scambio Cassano- Aquilani-Cassano, cross del barese dal fondo, tocco a porta vuota di Ibra. La Lazio, già impaurita sul 2-0, preso il gol ha cominciato a boccheggiare e ha incassato il 2-2 da Cassano, di testa, certo non l’arma migliore dell’ex doriano.
PALO E CONTROPIEDE – Reja ha allargato a 4 la linea del centrocampo spostando Hernanes a sinistra e Cisse accanto a Klose. Ma la riduzione della spinta offensiva non corrispondeva a una maggiore sicurezza difensiva. Il Milan, seppure non brillantissimo, ha continuato ad attaccare, sfruttando la vena straordinaria di Cassano che ha centrato il palo dopo l’assist di pallonetto di Ibrahimovic. La Lazio è riemersa dai suoi disagi con un contropiede di Cisse che ha saltato Abbiati in uscita ma non Nesta sulla linea di porta. Reja ha tolto Klose, inserito Gonzalez ed è passato al 4-4-1-1 con Hernanes dietro a Cisse. E mentre il friulano si proteggeva, il livornese attaccava: fuori Boateng, dolorante a una spalla, dentro Pato, con Cassano trequartista. Da quella posizione, il barese ha messo di nuovo Ibra davanti a Bizzarri, che ha chiuso la sua prima gara di Serie A nella Lazio con un’altra prodezza. Poi Reja, che aveva già tolto Klose e Mauri, ha richiamato anche Hernanes: aveva cominciato in stile-Barcellona, è finita come una squadretta qualsiasi.
Fonte: Il Corriere dello Sport
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